Ritorno su un argomento per me centrale: lo sviluppo di prodotti innovativi potenzialmente di grande impatto, perché vanno oltre l’innovazione incrementale
Quest’estate ho avuto modo di leggere un libro che suggerisco a tutti, Prodotti da amare di Marty Kagan.
Mi è sembrato particolarmente interessante perché l’autore porta l’esperienza personale nello sviluppo diretto di importanti prodotti software, unita a quella di molti anni di consulenza.
Lo sviluppo agile è diverso
Ho trovato molte cose in comune con quelle che ho incontrato nello sviluppo di prodotti hardware: dalle modalità di marketing, alle modalità di realizzazione dei prodotti passando per le relative roadmap.
C’è una affermazione di Marty Kagan che sottoscrivo al 100%:
“c’è una grande differenza tra le modalità con cui le aziende migliori e la maggior parte delle aziende realizzano i loro prodotti”.
Mi sono chiesto perché aziende, seppur famose, continuino ad utilizzare metodi ormai datati.
Una risposta che mi do è che fanno troppe innovazioni incrementali, per la quale i metodi classici non mostrano limiti importanti.
Molta dell’innovazione incrementale è spesso costituita da micro modifiche al prodotto, quasi aggiustamenti, che assomigliano molto di più a una pratica efficientista che ad una pratica esplorativa.
Lo sviluppo di un prodotto molto innovativo è un processo complesso e adattivo, che richiede di adeguare il piano sulla base di un’attenta valutazione quanto emerge e richiede quindi nuove modalità di sviluppo.
Product Discovery & Delivery
Quello che trovo essere l’essenza del libro è il product discovery, ovvero il processo di scoprire e validare le idee di prodotto prima di investire pesantemente nelle attività di sviluppo.
Il processo di sviluppo che descrive Marty Cagan è costituito dalla integrazione di loop di product discovery con loop di product delivery che, nel caso di prodotti hardware, preferisco chiamare product construction perché mi evoca la loro manifattura.
L’autore attribuisce grandissima importanza alla discovery perché è la parte del processo che garantisce l’efficacia del processo stesso.
Marty Kagan sostiene che la difficoltà non è tanto nel fare il product delivery, di cui si occupano tantissimi, ma quanto di fare il product discovery. Per poterlo fare bisogna veramente aver vissuto lo sviluppo reale di prodotti, altrimenti l’impostazione risulta assolutamente teorica.
L’autore porta la sua esperienza nello sviluppo di prototipi descrivendo le diverse tipologie mirate a verificare, con clienti selezionati, specifici aspetti del prodotto stesso.
Mi sono ritrovato quando spiega che in molti casi i prototipi sono molto diversi dal prodotto finale come, per mia esperienza diretta, lo sono quelli hardware che mi piace chiamare pretotipi, ispirandomi ad Alberto Savoia.
La concentrazione sulla discovery, funzionale alla delivery, porta alla necessità di concentrarsi moltissimo sul backlog e sul valore portato al cliente e all’azienda.
Nel libro l’autore dedica infatti allo Scrum poche parole!
Questo non significa che lo Scrum non abbia delle qualità, ma in tema di sviluppo prodotto non c’è maggior spreco che consegnare funzionalità di prodotto che non hanno impatto sul mercato.
Mi sono ritrovato moltissimo con strumenti quali il Lean Canvas e lo Story Mapping che sono fondamentali anche nel mondo dei prodotti fisici.
Il libro è ricco di ispirazioni che sono applicabili, con i necessari adattamenti, allo sviluppo di tante tipologie di prodotto.
Mi ripropongo di tornare su alcuni argomenti che ho trovato in comune nello sviluppo di prodotti innovativi hardware dotati o meno di software integrato.