Gli strumenti della Digital transformation abilitano fortemente lo sviluppo agile di prodotti hardware e nel contempo costituiscono una sfida.
La sfida da parte delle persone operative è l’impegno continuo nella loro adozione e nel loro utilizzo.
La sfida da parte del management è nel saper scegliere quali tecnologie adottare e quali tralasciare, e cosa altrettanto difficile, come integrarle fra loro.
Nel nuovo paradigma dell’industria 5.0 la tecnologia è al servizio delle persone e, il comportamento delle persone di fronte all’innovazione, è un fattore di possibile criticità.
Come è indicato nel libro di N. Perkin e P. Abraham “Building the Agile Business through Digital Transformation: How to Lead Digital Transformation in Your Workplace” vi è un divario fra la velocità di evoluzione della tecnologia e la capacità di evolvere delle persone.
Ho potuto verificare per esperienza diretta in azienda quanto il libro sostiene:
la tecnologia evolve in maniera esponenziale mentre le persone evolvono in maniera parabolica, fino ad arrivare ad una sorta di plateau di saturazione.
Nella mia esperienza aziendale mi sono trovato ad affrontare due aspetti diversi di inseguimento della tecnologia digitale.
- L’introduzione incrementale di nuove funzionalità alle tecnologie già adottate (innovazione incrementale)
- L’introduzione di tecnologie digitali completamente nuove per l’azienda o che hanno costituito un salto importante di funzionalità rispetto alla situazione precedente (innovazione dirompente o disruptive)
In questa newsletter desidero occuparmi della prima tematica.
Nel caso di innovazione incrementale ci troviamo, fortunatamente, di fronte a persone che impiegano già una tecnologia esistente.
In questo caso occorre comprendere che le persone non hanno una opposizione a priori ad adottare nuove funzionalità.
Le persone valutano attentamente questi aspetti:
- Quale impatto ha l’adozione di queste nuove funzionalità, nell’accelerare o potenziare il loro lavoro.
- Quanto sforzo di training è richiesto loro per imparare a pieno queste nuove funzionalità.
- Quanto sono accettabili minori prestazioni, nella fase iniziale di adozione delle nuove funzionalità.
In questo senso l’azienda è chiamata a considerare i costi e i benefici di queste nuove funzionalità valutando il tempo di formazione e il tempo per andare a regime.
La produttività temporaneamente ne risente.
Ricordo nitidamente le valutazioni fatte con i miei team sulle seguenti tematiche:
- Frequenza degli aggiornamenti delle release CAD 3D
- Frequenza di aggiornamento del sistema di pianificazione Agile con nuove funzionalità
- Frequenza di aggiornamento del PLM con nuove funzionalità
- Frequenza di aggiornamento del sistema CRM-Configuratore tecnico-commerciale
Il tema più importante per chi accompagna le persone non è tanto l’impatto formativo, normalmente sopportabile nella fase iniziale con qualche ora d’aula, quanto l’oneroso supporto agli utenti nella fase operativa fino al pieno utilizzo.
Si tratta di uno sforzo molto grande se pensiamo che può interessare centinaia di persone.
La soluzione che per me più ha funzionato, è stata quella di creare delle Comunità di Pratica (CoP o Community of Practice).
Ricordo le seguenti comunità che abbiamo costituito:
- CoP degli Scrum Master per il project management Agile
- CoP per il CAD 3D e i visualizzatori
- CoP per il PLM tradizionale e il PLM di distribuzione
- CoP per il Catalogo prodotto e il configuratore tecnico-commerciale
Con le CoP ogni team o ogni reparto interessato mette a disposizione una persona motivata a investire tempo nell’approfondimento di una specifica tematica e/o strumento.
Queste persone sono autorizzate dall’azienda a prendersi il tempo necessario per valutare le nuove funzionalità e per fare da supporto ai colleghi.
Fermarsi a questo aspetto non è sufficiente, perché un grande vantaggio della digitalizzazione è quello di sviluppare elementi di base o template dai quali partire per costruire cose nuove.
Quando è possibile è infatti meglio partire da un semilavorato, che partire da zero.
Lo sviluppo di questi template e la formazione degli utenti al loro impiego, va oltre le funzionalità degli strumenti e fa parte della creazione e condivisione di conoscenza.
Le CoP sono una soluzione, in particolare perché, la sola loro costituzione significa la volontà dell’azienda, di riservare tempo per una formazione permanente e per la gestione della conoscenza.
In questo modo i team hanno una una sorta di change agent incapsulato nel team stesso, e questo fa una grande differenza.