In certe statistiche sembra che in Italia si faccia poca attività di ricerca e sviluppo, cosa assai vera per la ricerca di base. Il fatto è che in tante realtà del Made in Italy la ricerca e sviluppo è l’attività quotidiana dell’imprenditore, spesso capace di tirar fuori dal cilindro soluzioni capaci di conquistare i mercati internazionali e di diventare un campione nascosto, una multinazionale tascabile. Ma quando l’azienda cresce e l’imprenditore, genio-fondatore, non è più in grado di generare innovazioni, il rischio è che l’azienda non riesca più a mantenere il suo vantaggio competitivo. E la soluzione non è quella di burocratizzare l’azienda ed impostare pesanti processi di sviluppo prodotto ma piuttosto quella di mettere le persone al centro e facilitare il loro lavoro con l’approccio Agile come ci suggerisce Claudio Saurin nel suo recente libro, la Fabbrica Agile.
Product Discovery & Product Construction
Vi parlo dello sviluppo di prodotti innovativi, ispirandomi al libro “Prodotti da amare” di Marty Kagan. Vi è una grande differenza tra le aziende leader e le altre nel processo di creazione dei prodotti. Il concetto chiave è il “product discovery”: esplorare e testare le idee prima di investire pesantemente. Questo si integra con il “product delivery” o “construction”. L’autore del libro sottolinea l’importanza dei prototipi, che nell’HW io preferisco chiamare “pretotipi”, e di strumenti come Lean Canvas e Story Mapping. C’è troppa attenzione allo Scrum, quando invece è importante creare funzionalità realmente utili. Il libro è consigliato a chi vuole innovare veramente.