Ho letto da poco un articolo di Steve Denning su Forbes Why Agile Needs To Take Over Management Itself.
Steve Denning apre con questa affermazione che ho liberamente tradotto:
Ammettiamolo. L’era dell’agilità non è arrivata. Lo sforzo ventennale di convincere le grandi aziende a diventare imprese agili è in gran parte fallito.
Questo articolo è stato per me una lettura consolatoria.
Una delle motivazioni descritte nell’articolo, sulla quale mi ritrovo moltissimo è la modalità con la quale viene proposto l’agilità, di impostazione troppo legata al mondo del software.
La formazione Agile tipica che viene fatta nelle aziende, mi raccontano diversi clienti, è molto simile al percorso di certificazione Scrum Master, completamente decontestualizzato dalla realtà aziendale, specialmente nel campo dei prodotti fisici.
Questa lettura si aggiunge ad una serie di riflessioni che sono emerse in me lo scorso anno, soprattutto durante e dopo la frequenza al percorso di certificazione sulla business agility che ho fatto con Emanuele Moscato.
Mi ha colpito in particolare la storia del dirigente, che ci raccontava di aver appena concluso un MBA presso una importante scuola di formazione in cui non si era fatto minimamente cenno all’agilità (con sua e nostra sorpresa).
Mi sono informato anche su altri percorsi sul project management e innovation management ed è davvero sorprendente che all’agilità sia dedicato non più di un modulo o addirittura che non se ne faccia cenno.
Come ho descritto nella mia newsletter Exploration o Exploitation? , la cultura prevalente nella aziende è quella dell’efficienza, dove l’errore è visto come uno spreco.
Questo è per me incomprensibile in un mondo, quello del product development che tutti coloro i quali incontro concordano sul fatto che introdurre l’agilità nella loro organizzazione è fondamentale per rispondere al mercato VUCA di oggi.
Come utilizzare un processo Agile per lo sviluppo hardware?
Per esperienza diretta i workshop in cui presento e propongo l’approccio agile allo sviluppo hardware funzionano molto bene, dirigenti e quadri sembrano entusiasti (Piergiorgio Lovato per il design della learning experience).
Ma poi, dopo alcuni mesi, alcuni progetti si arenano per autosabotaggio inconsapevole di alcuni dirigenti che non hanno ancora interiorizzato i valori dell’approccio agile.
Fiducia, delega, tolleranza all’errore non si acquisicono che con un percorso personale, che non può essere imposto dall’alto, ma che si deve percepire “dentro” al proprio contesto aziendale come necessario.
Se a questo aggiungiamo i concetti di Industria 5.0 umanocentrica, non posso che essere d’accordo con Steve Denning quando suggerisce che occorre reinventare il concetto di management e le scuole di management possono svolgere un ruolo importantissimo, per creare la cultura di base che favorisca l’agilità.
Ne vogliamo parlare di questo (parziale) fallimento?(chiedo per un amico).
Mi piacerebbe si avviasse una discussione sulle modalità di transizione agile a livello di business nello sviluppo prodotto.