Nella mia precedente newsletter ho parlato della necessità della motivazione intrinseca per l’economia creativa attuale, dove pensatori ed esecutori lavorano insieme in team.
Secondo Daniel Pink il primo dei fattori che stanno alla base della motivazione intrinseca è l’autonomia.
Mi concentrerò oggi sulla autonomia, ossia la capacità di scegliere come sviluppare le proprie attività.
Per i team questo vuol dire auto-organizzazione e cooperazione.
Cooperare significa lavorare insieme per uno scopo condiviso andando oltre i buoni sentimenti della collaborazione.
Non basta dire alla persone organizzatevi per lavorare in team e sperare che questo porti automaticamente a dei risultati.
Il primo dei valori dell’Agile manifesto “Gli individui e le interazioni più che i processi e gli strumenti” può essere a volte fuorviante.
Ricordo ancora discussione una giovane persona, entrata da poco in azienda, che aveva la convinzione che processi e strumenti potessero essere completamente definiti dal team.
Istituendo team auto-organizzati senza creare formalmente accordi chiari su diritti e responsabilità, si creano sistemi ambigui o con struttura incompleta.
Questo è il cocktail perfetto per un ambiente di lavoro imprevedibile e quindi inaffidabile, che potremmo chiamare la Tirannia della Libertà.
Per introdurre l’auto organizzazione occorre prima:
- rivedere i processi
- introdurre strumenti di supporto
- formare le persone a questa nuova modalità di lavoro
Un esempio di questo lo incontriamo tutti i giorni nel traffico.
Se si toglie un semaforo da un incrocio e non si introducono altre regole o altri strumenti, come la modifica della viabilità, il traffico precipita nel caos.
Nelle rotonde che hanno sostituito i semafori, è stata modificata la strada aggiungendo percorsi stradali anulari e si sono definite precise regole di percorrenza e precedenza.
Il conducente si assume la responsabilità di quando immettersi nella rotonda seguendo semplici regole
I team auto-organizzati non hanno bisogno di meno processi e strumenti, ma di processi e strumenti diversi.
Nella mia esperienza con i team di sviluppo di prodotti fisici occorrono le seguenti azioni:
- definire con il team accordi chiari su diritti e responsabilità.
- formare le persone del team sulle pratiche e gli strumenti che l’azienda ha deciso di adottare e che garantiscono la qualità di quanto viene prodotto.
Una volta fatti questi due passi importanti il team può auto-organizzarsi definendo:
- quali modalità di sviluppo usare tra quelle disponibili.
- quali strumenti usare tra quelli disponibili.
- quali elementi del backlog sviluppare in accordo con il leader di progetto (product owner)
Questo non è sufficiente perché occorre poi avere l‘apertura mentale e il coraggio di rompere le regole, quando quelle esistenti non bastano più.
Durante lo sviluppo dei prodotti, i miei team ed io abbiamo spesso dovuto trovare nuove modalità di lavoro e nuovi strumenti.